Continuano gli ingorghi nelle autostrade liguri a causa dei cantieri per la messa in sicurezza delle gallerie e viadotti. Ma a cosa sono dovuti i rischi di crollo?
Sicuramente alla conformazione particolarmente montuosa del territorio (la metà delle gallerie europee si trova sul nostro territorio), ma anche al fatto che l’Italia è stata uno dei primi Paesi a dotarsi di una rete stradale e autostradale estesa, che ora ha infrastrutture più vecchie.
Che significa? Che – ad esempio – il calcestruzzo all’epoca veniva “spruzzato” e si accumulava verso il basso, rendendo le pareti sottili in alto e – non essendo impermeabilizzate – davano luogo a infiltrazioni e, in caso di forti piogge, alla formazione di corsi d’acqua. Il protocollo di ispezioni di Mit e Aspi implica di smontare i rivestimenti interni delle gallerie, allungando i tempi di lavorazione e creando maxi-ingorghi.
Perché il ministero non fissa e fa seguire prassi uniformi?
Chi decide che per precauzione sia necessario seguire criteri prudenziali solo in Liguria e al Centro-Sud?