I cambiamenti repentini delle abitudini dei consumatori stanno facendo colare a picco i volumi di trasporto delle merci: cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi mesi?
Da mesi, ormai, le aziende di tutto il mondo stanno vivendo una situazione di stallo per quanto riguarda il trasporto delle merci.
Nel 2023, infatti, si registra una importante diminuzione dei movimenti di camion in entrata e uscita dai magazzini, con un conseguente calo del traffico di container nei porti di tutto il mondo.
Una vera e propria “recessione dei trasporti” si potrebbe definire, che ovviamente sta condizionando gli affari di qualunque impresa.
Anche se solitamente recessione è un termine utilizzato in relazione ai cali di produzione, in questo caso ci aiuta a definire il momento del settore dei trasporti, che sta vivendo una vera crisi a causa di una sovrapproduzione.
Dopo la pandemia, infatti, le abitudini di acquisto dei consumatori sono cambiate, condizionando le aziende e i loro processi di produzione e trasporto.
Tutti gli schemi sono saltati
Fino a qualche anno fa, infatti, seguire lo storico vendite delle annate precedenti permetteva a un’azienda di fare una previsione attendibile sulle vendite future e, di conseguenza, prepararsi uno stock di prodotti pronti per da vendere e consegnare.
Oggi, invece, tutte le imprese (o quasi) si ritrovano i magazzini pieni zeppi di merce invenduta.
Detta in numeri, la conseguenza di una domanda di mercato inferiore alle aspettative è una continua diminuzione di ordini di produzione, che si attesta sul 40% circa.
“I consumatori stanno spendendo i propri soldi in esperienze, come viaggi e ristoranti, che escludono quindi i beni per cui risultano necessari produzione e trasporto”.
Così si è espresso Peter Boockvar, Chief Investment Officer di Bleakley Financial Group (azienda leader nella pianificazione finanziaria), a proposito del momento di contrazione economica globale.
È chiaro che se un’azienda ha merce in eccesso, la priorità è quella di smaltirla, prima di ordinarne altra.
Altrimenti ci si ritrova con bancali e bancali di prodotti immobilizzati, insieme a buchi giganteschi nel bilancio.
Un problema non da poco, dunque, che sta seriamente mettendo in discussione la sopravvivenza di alcune aziende, intrappolate tra le mura di magazzini pieni di merce.
Invece, come stanno riuscendo a restare a galla le aziende che, nonostante la lunaticità dei clienti finali, non si sono ritrovate magazzini gonfi di merce invenduta?
È presto detto: hanno ottimizzato la logistica della propria attività
Quando si fa impresa (e si vuole avere successo), infatti, l’obiettivo numero uno deve essere quello di migliorare, anno dopo anno, i processi dell’attività.
Ottimizzare per abbassare i costi ed evitare gli sprechi: stelle polari di qualunque attività aziendale, ma soprattutto della sfera logistica.
Se il problema sono gli stock immobilizzati, infatti, non è colpa dei clienti lunatici.
La verità è che non c’è stata un’attenta programmazione e una conseguente organizzazione.
Infatti, non è necessario avere stock di merce pronta per essere venduta, quando puoi contare su spedizioni rapide e sicure che garantiscono consegne entro 24 ore.
Ricevi l’ordine dal cliente, produci e quando il prodotto è pronto, lo spedisci per direttissima.
In questo modo, ci guadagnano tutti:
- il produttore, che non deve anticipare tutte le spese nella previsione (o per meglio dire, speranza) di vendere tutto ciò che ha prodotto;
- il cliente, al quale vengono dichiarati tempi di consegna veloci e senza imprevisti.
È così che si fa felice un cliente e si fa in modo che compri ancora, ancora e ancora
“Ma i corrieri non sono mai puntuali… come si fa a garantire consegne tempestive?
E se i tempi di produzione sono lunghi?”
Non hai nessun problema, mai! Ma solo se ti affidi alle spedizioni urgenti di Logistics4You: precise e sicure al 100%, altrimenti sono gratis.
In questo modo, non sei costretto a immobilizzare il tuo capitale per avere prodotti sempre in stock e pronti da spedire, finendo in balia dei capricci del mercato.
E adesso chi lo dice a tutte quelle aziende che ancora hanno merce da smaltire e non sanno da che parte girarsi?
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