E se domani nel tuo magazzino lavorassero solo dei robot?

Automazione, robotica e intelligenza artificiale fanno balzi da gigante e stanno conquistando ogni centimetro quadrato della supply chain internazionale. A questo punto, c’è ancora spazio per le persone nei nostri magazzini?

Fin dall’alba dei tempi, la storia della logistica è sempre stata anche una storia di automazione e innovazione.

Dalla macchina a vapore al carrello elevatore, fino agli odierni sistemi automatici di carico e scarico dei camion: gli addetti ai lavori hanno sempre cercato di inventare strumenti e processi che permettessero di ridurre i costi, gli errori e lo sforzo fisico che tutta la macchina logistica si porta dietro.

Non è un caso, quindi, il sempre più febbrile interesse verso automazione, robotica e intelligenza artificiale che oggi è inevitabilmente in cima all’agenda delle priorità di CEO e Responsabili della Logistica di tutto il mondo.

Allo stesso tempo, però, non è casuale se negli ultimi cinque anni sono letteralmente esplosi gli investimenti in tecnologia per la supply chain, aumentati del 400% e passati da 6 miliardi a 24 miliardi di dollari.

Si può dire che in questo momento stia avvenendo un vero e proprio “allineamento dei pianeti”, un insieme di circostanze eccezionali che si stanno verificando contemporaneamente e che stanno ribaltando le regole del gioco della logistica.

Perché non c’è una singola ragione che sta spingendo le più grandi aziende al mondo, come Amazon e Apple, e i principali player della logistica, come DHL e Kuehne Nagel, a investire pesantemente in tecnologie per la supply chain.

Infatti, se oggi siamo qui a chiederci se nel prossimo futuro i nostri magazzini saranno popolati solo da robot, è dovuto a tre trend globali che si intrecciano e che hanno cambiato le carte di tavola.

1) Una crescente carenza di manodopera

“The Great Resignation”, così è stato battezzato quel fenomeno che, a livello globale (anche in Italia), negli ultimi anni ha visto milioni di persone licenziarsi a causa di un crescente senso di insoddisfazione per il proprio lavoro.

Non a caso, sono sempre di più le imprese che segnalano difficoltà nel reperimento della manodopera necessaria per lo svolgimento della propria attività, e non perché non trovano personale adeguatamente qualificato, ma proprio perché non arrivano candidature.

Gli investimenti in tecnologia diventano quindi fondamentali per sopperire alla mancanza di manodopera nella supply chain, andando ad automatizzare tutte quelle attività ridondanti e a scarso valore aggiunto che nessun dipendente in carne e ossa vuole più fare.

2) L’esplosione dell’ecommerce e delle vendite online

L’ascesa dell’e-commerce sta rivoluzionando l’intero settore della logistica: un mercato che oggi vale 5,2 trilioni di dollari, e che ormai da dieci anni a questa parte registra una crescita a doppia cifra ogni singolo anno (oltre al boom negli anni della pandemia).

Ma anche se le aziende della logistica hanno beneficiato di questi volumi in forte crescita, l’attività non è priva di sfide. Ad esempio, molte aziende B2B stanno lottando con fatica per adattarsi a un modello B2B2C, spesso e volentieri evadendo gli ordini di e-commerce ritagliando un angolo del magazzino pensato per le operazioni B2B.

Inoltre, di pari passo all’aumento dei volumi delle vendite online, sono cresciute anche le aspettative dei clienti finali stessi in merito al trasporto, con la pretesa di consegne sempre più celeri e puntuali.

Robotica e automazione diventano quindi drive fondamentali per le aziende che vogliono tenere il passo e non rimanere schiacciate da un mondo che cresce forse troppo velocemente.

3) La crescente sensibilità verso la sostenibilità ambientale

Partiamo da un dato di fatto: le varie fasi della supply chain sono in genere responsabili dell’80% delle emissioni di carbonio di un’azienda.

Quindi, in un mondo in cui sostenibilità ambientale e lotta al cambiamento climatico sono tematiche più che mai all’ordine del giorno, è normale che le aziende sentano la pressione di decarbonizzare la logistica.

In questo contesto, investire in tecnologia applicata alla logistica è sicuramente un punto di partenza naturale, visto che nel 90% dei magazzini il lavoro è ancora prevalentemente manuale, con un uso inefficiente sia dello spazio che dell’energia.

Perché più un’azienda fa affidamento sul lavoro umano per gestire i propri magazzini, più ha bisogno di energia, in particolare in termini di illuminazione e riscaldamento.

Quali sono i vantaggi nel robotizzare la logistica?

Alla luce dei tre trend analizzati qui sopra, è ormai chiaro che il futuro della logistica sia robotizzato, con molti vantaggi tangibili e indiscutibili:

  • riducendo gli errori umani, la logistica robotica può portare profitti significativi e può anche ridurre i costi di magazzino;
  • la robotica può consentire alla forza lavoro di rinunciare ad attività ripetitive e poco stimolanti, concentrandosi così su attività ad alto valore aggiunto;
  • la logistica robotica migliora la sicurezza dei lavoratori, lasciando alle macchine lavori pericolosi come il prelievo degli articoli da scaffali alti;
  • la riduzione dell’errore umano e l’aumento della velocità di consegna determinato dall’automazione robotica aumenteranno la soddisfazione del cliente finale.

Detto questo, però, è ancora lontano e difficilmente immaginabile un futuro distopico come quelli raccontati nei film di fantascienza, dove veniamo conquistati dalle macchine e l’uomo diventa irrilevante nella catena del valore.

La verità è che il futuro che ci attende non è al 100% robotico, bensì vede uomini e macchine lavorare fianco a fianco, in un nuovo rinascimento tecnologico.

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